2012, del mio meglio, al cinema

film20121. Amour
2. Moonrise Kingdom
3. Argo
4. Un sapore di ruggine e ossa

5. Skyfall
6. Avengers
7. Tutti i santi giorni
8. Pirati! Briganti da strapazzo
9. Hugo Cabret
10. Detachment

Aprono e chiudono la lista due film da occhi gonfi di lacrime e ricchi di intensità e lirismo, due film che ho visto da poco e di cui non ho scritto il post. Il vincitore dell’anno è un film incredibile che, raccontando la storia di una coppia alle prese col dramma della malattia al crepuscolo di una vita, viaggia su due livelli, sociale e personale, tirando mazzate emotive con una eleganza formale e una intensità rare e meravigliose, son giorni che mi rivedo in testa immagini del film. ‘Detachment’ rischia di essere didascalico però l’ho trovato genuino e sincero, sia nelle intenzioni che nello spirito ovviamente ‘educativo’. Racconta la storia di un professore supplente alle prese con il sistema scolastico e la solitudine, con A.Brody che si prende applausi e un regista che si prende ondate di libertà mentre io prendevo fazzoletti. 
In mezzo ci sono: il film più puccioso e colorato e da rivedere dell’anno; ‘Argo vaffanculo’ che è la quote degli ultimi mesi nel nostro piccolo giro di amici a banco; il film francese coi lacrimoni dell’anno; l’agente segreto con l’hobby di risorgere; il film Marvel che noi oldz boyz volevamo; il film italiano con il cuore dell’anno; il film che mi ha fatto più ridere dell’anno e il film che mi ha fatto tornare piccolo, sbarrando gli occhi. 
La classifica tiene conto delle uscite nelle sale italiche durante l’anno solare duemiladodici, il link al post è sul titolo, quelli non visti pazienza, il resto è qua, come noto questo blog si diverte a scrivere di cinema senza pretese. E zero in condotta alla distribuzione italiana che ci ha privato di film che usciranno chissà quando (es.:’Looper’) e film che fossero usciti, come nel mondo civilizzato, quest’anno, mi sa che sarebbero in classifica (es.: ‘The Master’).

Miscellanea:
Miglior colonna sonora
: ‘Moonrise Kingdom’
Miglior animazione dell’anno: ‘Paranorman’
Miglior bestia: Woola, ‘John Carter’
Miglior “OMG, c’è LEI”: Jessica Chastain, ‘Lawless’
Premio “la classe non si compra”: ‘La talpa’
Premio “LOL explicit lyrics”: ‘21 Jump Street 
Citazione “Thanks for all the fish”: ‘The Dark Knight Rises’
Menzione d’onore “sporty”: ‘Moneyball’
Nastro d’oro “daje dottò coi dolly”: ‘L’Hobbit’
Delusione dell’anno: ‘Prometheus’

(cronache dalla piccionaia) Ah-Vè-Llì-Sì

il bandierone biancorosso cala sulla piccionaia
il bandierone biancorosso cala sulla piccionaia

Traffico natalizio, parcheggiare è l’antimood.
Camminiamo di ottima lena nel freddo pieno di pacchetti regalo e smog.
Nel palazzo, il primo brano che sento durante il riscaldamento dei ragazzi è ‘All i want for xmas‘. Appropriato.
Vorremmo una bella vittoria, un cadeaux da due punti comodi.
Spoiler: verremo accontentati.
Eravamo rimasti a brindisi-no. In mezzo c’è stato il pivot dalle braccia color latte e muscoli austriaci operato d’urgenza di appendicite, una lezione presa sull’isola sarda e l’all star game, che da queste parti viene ricordato come la partita dove il nostro James ha chiesto la mano alla sua fidans, spettacolare bomberata, inclusiva di schiaccione, limone e sbrilluccante anello (eccola).
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Ipotesi da scartare

imprenditori_racconto_smallNel corridoio, un rumore felpato di passi affrettati, già in ritardo per il weekend che inizia. Poi il silenzio avvolge gli uffici. Nessuna luce che lampeggia, nessun rumore se non il lieve ronzio del portatile. Dalle lamine affilate delle persiane filtra la luce della sera che si piega in notte. Un’ambientazione perfetta per un racconto noir, un romanzo d’appendice con detective che indossano lunghi cappotti e impugnano pistole che non sparano mai, tanto bastano le parole.
Rivedo l’arrivo del capo,  il suo colpo di tosse imperioso quanto catarroso che ne riassume il ruolo e la voce gentile ma dura che paventa l’insoddisfazione del cliente, implora un’idea, sollecita attività, annota scadenze improrogabili. Le mie deboli scuse non sono servite a nulla, sacchi di sabbia contro onde troppo alte.
Eccomi, professionista del procrastinare, allergico alle scadenze. Il prodotto, concentrati sul prodotto. Mi tolgo le scarpe, allento la cravatta, allungo le gambe sul tavolo, bevo un sorso d’acqua. Purtroppo non sono sul set di un telefilm. Niente brandy su vassoi argentanti. Recupero il blocco a quadretti. Rientro nella parte. Concentrati sul prodotto. Pillole per la memoria. Sarà legale? “Da un’idea americana”. Laggiù fanno pillole per tutto. Avrebbero potuto mandare un campione, così per provare. Ne avrei decisamente bisogno per non scordare il nostro anniversario. Tipico degli uomini, come il tipico rimprovero della tipica moglie. Anche a lei servirebbe una pillola per ricordare com’era quando credeva nell’amore.
Ipotesi A) una lettera dal cuore. “Caro cervello, ecco un regalo per non dimenticare quei giorni in cui lavoravo tanto e sceglievo al posto tuo. Tu dicevi: ‘Studia’. Io uscivo con le ragazze e dormivo nel pomeriggio. Mi rimproveravi e io insistevo. Ora è tempo di ripagarti. Prendi una pillola, ti sentirai più giovane”.

Ci vorrebbe un drink per sciogliere pensieri svelti. Almeno dell’acqua fresca ma non mi alzerò. Sto sorprendentemente comodo così. Dovrei rileggere la brochure di presentazione. Troppo complicata: sinapsi, neuroni, encefalo, corteccia. Parole irrimediabilmente noiose, il grado zero dell’appeal pubblicitario. Servirebbe una cosa allegra, sexy. Le sue spalle sono sexy. Ogni volta che le guardo le mie sinapsi vanno in tilt, di pari passo con la mia fedeltà.
Ipotesi B) un disegno potrebbe funzionare. Piccoli martelletti tirano mazzate ai gangli del cervello, rimodellandoli per permettere il passaggio della pastiglia.
Vorrei chiamarla, non posso. Volerei da lei, inventerei un’altra scusa, mi sentirei un verme, risalirei sulle montagne russe.
Ipotesi C) Montagne russe. Le carrozze portano frasi, volti, immagini. Salgono, scendono e si incrociano sempre più velocemente. Un vortice, poi un incidente. Una pastiglia come gomma da cancellare che risistema il traffico di informazioni.
Dovrei smetterla. Essere abbastanza uomo da chiamarla e troncare. Poi da queste dannate sinapsi, parte un ricordo del suo profumo ed eccomi a mandare sms in auto senza notare la pattuglia con la paletta sguainata.
Ipotesi D) la polizia della memoria. Fermano, fanno domande. Nomi, luoghi, date. E un semaforo. Verde. Giallo. Rosso. Rosso. La tua memoria ha la precedenza.
Su, in piedi. Leggiamo qualcosa. Rubare parole altrui per trovare ispirazione. Un vecchio manuale da sfogliare. Un codice da rileggere. Lei mi dà ispirazione. E confusione. Lei, l’altra Lei, mi dà sicurezza. E conforto. Le calze di seta sfregano il pavimento di marmo.
Ipotesi E) Un libro. Un uomo legge mentre percorre i meandri di un cervello simile a un labirinto. Sguardo fisso sul libro gira le pagine sicuro dei suoi passi finchè non trova l’uscita. Chiude il libro. Si guarda intorno. Sorride e riprende a camminare.
Forse è buona. Chiudo il blocco. Rimetto le scarpe. Spengo la luce. Appunto mentale. Lo ricorderò o avrò bisogno di una pastiglia? Scegliere libri nuovi. Scrivere nuove pagine. Fuori c’è un buio confortante.
Domani, ipotesi da scartare.


(nel 2012 ho scritto molto meno di quanto avrei voluto. e anche dovuto. mea culpa. fra le poche cose ‘complete’, questo è un mio racconto, editato e pubblicato sul numero di luglio della rivista “Imprenditori – Mensile di economia, persone, cultura”.
il ‘tema’ del numero era ‘Il Cervello’)

2012, musica maestro!

Pensavo fosse più difficile trovare dieci dischi, più due, per il classifichino ombelicale di fine anno. Ecco qua, come sempre nessun giudizio di valore, solo i dieci dischi che ho ascoltato di più in questo 2012, anno in cui ho ascoltato meno musica ‘nuova’ di sempre.
Disinteresse, anzianità o non c’è così tanta roba buona e fresca in giro? Ma questo, forse, son pigro si sa, sarà altro post.

1. Alt-J ‘∆’
conosco a memoria ogni nota, se non è disco dell’anno questo non saprei, ringrazio l’amico snob-indie per la dritta.

2. Frank Ocean – Channel Orange
il disco ‘black’ dell’anno, bellissimo ma proprio bellissimo eh.

3. Grizzly Bear – Shields
il concerto  a cui non sono andato più bello dell’anno, la conferma, ancora, di una band superiore.

4. Japandroids – Celebration Rock
il roghenroa con gli indici al cielo, solo inni, spaccare i culi, ciao.

5. Prawn – Ships
qualche beneamato blogger che non ricordo e soundcloud mi han fatto scoprire sto disco che non mi ha lasciato per mesi. chitarrine-one con bonus di fiati, urla, malinconia, gioia, onde, disperarsi per poi tornare e una passeggiata lunghissima col male alle gambe su una spiaggia a notte fonda.

6. Cloud Nothing – Attack On Memory
sotto l’egida di Mister Albini, ragazzetti. post-rock o pop-rock? nell’indecisione, play & repeat ininterrotti da gennaio.

7. And you will know us by the trail of dead – Lost Songs
una delle mie band preferite, dopo una virata nell’eccesso barocco, torna con un disco solido come un mattone.

8. Gonzales – Piano Solo II
un genio, un pianoforte e tutto quanto c’è in mezzo.

9. How to Dress Well – Total Loss
roba da hipster incurabili, capitatami fra le mani grazie a un singolo incredibile, un disco di classe sospeso in un mood intimo, con inserti di R&B moderno.

10. Jens Lekman – I know what Love Isn’t
disco pucci dell’anno, una gemma di romanticheria e stare bene.

Un disco jazz, Brad Mehldau che se Brad fa due dischi e viene in Italia due volte, il 2012 è un anno di grazia, circa.

Un disco italiano, per cui verrò perculato e rinnegato ma è così, se ci penso è così, sono perso in questa notte che non va più via) Tiziano Ferro

dove scrivo un sacco di volte Tessoro, ma non è un Tessoro, Tessoro.

hbbLe trilogie andrebbero prese e conservate in una teca di oro, cristallo e vetro smerigliato con una incisione sopra. ‘Lasciate stare, a posto così’.
Invece, registi dimagriti e account manager assetati di soldi facili, confezionano il secondo sbaglio grosso e dopo i primi capitoli di ‘Star Wars‘ ci tocca subire (per dire, è ovviamente una scelta ingrossare il profitto delle combriccole sopra citate) pure il prequel/libro gonfiato da anabolizzanti di noia, delle avventure dei Bagginsiss.
Il film è lunghissimo, clamorosamente privo di interesse, pieno di nani con belle barbe ma anche troppo caricaturali. A tratti sembra un film per bambini troppo cresciuti ma il problema è che l’azione è fiacca, come il tentativo di infilare a forza molti personaggi della trilogia di ‘Anelli’ col risultato di far bisbigliare molti spettatori che si sussurrano dandosi di gomito i nomi dei personaggi, e di appesantire il film.
Quando arriva il Tessoro (non è spoiler, si vede nel trailer) il livello si alza subito di tre tacche avendo un personaggio davvero interessante. Tessoro sempre nei nostri cuori ovviamente, ma lo scarto di tono è così evidente che è imbarazzante. A sto punto era meglio lo spin off del Tessoro. Magari.
Pazienza, ovviamente mi vedrò pure gli altri due, con le aspettative più basse di sempre, sperando ci sia ancora un po’ di Tessoro.

Ps.: ventenni alle mie spalle che sbiancano in volto quando il film finisce e come finisce. Non sapevano che era una seconda trilogia, gliel’ho detto io. Loro han detto ‘Nooo’.
Ps2.: tutta la questione della tecnologia la lascio ad altri, noi che siamo ‘old’ l’abbiam visto nel vecchio e sano 2D, Tessoro.

Palco n.25 OR.1/D (S02E03, the ‘piano’ chapter)

345039421199286817_10051471Si arriva nel posto palco con ancora addosso il freddo pungente e sottozero. Sul palcoscenico, un piano, solo, e un tecnico che produce plin plin per accordare lo strumento e per testare i microfoni panoramici che registreranno l’esibizione. Teatro pieno, entusiasmo percepibile, gente vestita meglio del solito, è un’impressione oppure è l’inverno che fa esplodere stile dagli armadi. Stasera suonerà un signore russo definito, dal programma e non solo, fra i cinque migliori pianisti al mondo. Mi chiedo quali siano gli altri, non c’è tempo. Si va.
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i Tenenbaums vanno al campo scout

mkingdomcastIl problema di scrivere due righe su questo film si chiama Wes Anderson. Se non sai chi è amen, scivola da questo post, oppure vai al cinema e scoprilo, magari ti sorprende. Se hai visto i suoi lavori sai perfettamente che la sua impronta visiva, stilistica  e pertanto narrativa è così profonda che se lo odi, lascia stare.
E questo film, che esce nelle sale con colpevole e inaccettabile ritardo da parte di una distribuzione miopissima, è lo zenith del senso estetico e narrativo del regista. Che si attornia di attori tutti amici nostri, due protagonisti giovani e ingenui e perfetti e mette in scena un girotondo dei sentimenti, esplicitati o meno, in una commedia incentrata su una fuga per amore, ambientata su un’isola fra campi scout e solitudini umane, con tutto l’abbigliamento e l’oggettistica antica e disperatamente hipster-romantica che caratterizza Anderson.
L’ho trovato divertente, come sempre eccessivo ma raffinato nello stile, pieno imballato di momenti puccissimi e infine adorabile e commovente, che quando finisci ti trovi a sorridere e a voler comprare vinili francesi e a volerlo rivedere.
Il giorno dopo la fotta dei vinili francesi passa, la puccitudine no. Fra breve ‘toccherà’ pensare alle classifiche di fine anno, questo film lotterà di sicuro per i piani alti.
Daje Wes, faccene ancora. (bonus: link per coppie in cerca di idea per travestimento carnevalizio)

Ps.: Orecchio alle musiche, eccellenti. E che la carestia possa abbattersi sui cinema che accendono la luce prima che i titoli di coda siano finiti!

un film col titolo in rosso da pollice alzato

UFPIncredibile ma vero. Ho visto un film italiano con il titolo nella locandina in rosso.
Notoriamente questi film col titolo in rosso sono commediole farlocche e poco divertenti, dove la si butta in caciara e volgarità, in un immaginario spaccato (spacciato?) italiota, punteggiato di personaggi televisivi che si riciclano in attori e attori riciclati e quasi sempre sono una schifezza.
Ergo, titolo rosso su cartellone italico, uguale, vade retro.
Questo film invece è un’encomiabile eccezione. Probabilmente ha ragione il titolare del cinema del paese in tutta la sua saggezza dietro la cassa. Prima mi vende entusiasmo dicendo ‘và ch’lè bel vè c’al film chè‘. Poi mi spiega che però il film non incasserà abbastanza perchè è troppo raffinato. Probabilmente è vero.
Il finale della storia (dove un uomo ricco e solo ingaggia una compagnia di attori per impersonare la sua famiglia durante la notte di Natale) è probabilmente troppo complesso per la media degli spettatori dei film ‘col titolo in rosso‘ , ma è anche il bello del film, insieme a un cast di attori tutti bravi (encomio a Castellitto e Grillini) e a un registro che non è comico ma resta divertente con gusto, seppure nella prima parte ci siano vari difetti della produzione nostrana (troppe urla, un po’ di presa diretta poi doppiata male, troppi ‘spiegoni’).
Convinta approvazione da parte mia e dal pubblico del sabato sera, coppie di tutte le età che uscivano sottobraccio e sorridenti, certe, forse, di avere capito come sfuggire da…no, niente spoiler.
Soprattutto, e di buon auspicio, la dimostrazione che, sì, possiamo farcela anche noi (nonostante il film prenda spunto da un film spagnolo)  a fare cinema semplice ma gustoso, che non sia rozzo e tv-derivativo.

Ps.: distributori genius alert, ora e sempre. Un film simile magari poteva uscire un po’ più a ridosso di Natale…un po’ più di fiducia nel pubblico, ah, c’è di meglio…va bè...

(cronache dalla piccionaia) Brindisi-No

piccioEravamo rimasti alle V nere. Poi a Varese si è lottato e perduto contro la capolista. Ed eccoci con Brindisi.
Il giornalino del palazzo distribuito all’ingresso titola con humour sottile: ‘Trenk spegni l’Enel‘. (la compagnia elettrica è sponsor degli avversari di giornata).
L’anno scorso con loro fu la partita più intensa dell’anno, vinta in rimonta e pure un filo rubacchiata. Probabilmente fu pure decisiva per la promozione, poi i pugliesi vinsero i playoff. Ed eccole qua le due matricole. I brindisini son sempre tanti, stima. Con loro, Bucchi in panchina, il capocannoniere attuale del torneo in campo. Classic manica corta da piccionaia, pronti. Via!
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cercavo un titolo per il post ma poi mi è venuta in mente Jessica Chastain e niente

tt1212450Anni trenta, America rurale e profonda, proibizionismo e depressione.
Un trio di fratelli gestisce un bel business, calzante per l’epoca, vendendo whiskey benzinato a ottomila ottani in pratici barattoli, menando forte e mettendosi contro tutti all’arrivo dello sbirro cattivo e corrotto.
Lawless è entertainment di ottima fattura, con un ritmo agile che fa passare sopra una prevedibilità del plot eccessiva (non che io sia così perspicace, ma si capisce subito quasi tutto) e sostenuto dalla bravura di un cast ricco e abile. Prima fra tutte (noblesse oblige) la bellissima bellissima bellissima bellissima (pardon, mi sono incantato ma chi vedrà il film capirà perchè) Jessica Chastain. Poi un Gary Oldman sempre splendido che viene, peccato, perfino sprecato nell’economia della storia.
Anche Shia, salutati i robottoni, si dimostra un buon attore o se non altro risulta perfettamente in parte nel ruolo del fratello minore e bisognoso della protezione e della guida dei fratelli maggiori che sono il leader taciturno-grugnitico Tom Hardy e il bevitore-picchiatore Jason Clarke.
Un western coi fucili e i mitra al posto giusto e con una impronta molto romantica delle relazioni e del senso della famiglia nonostante la scorza dura. Gli si perdona qualche eccesso di forma e si tiene la sostanza piuttosto violenta e la narrazione classicissima ma con la giusta intensità e soprattutto un buon livello di divertimento.