bye bye, Mr.White

bb1

(omaggio in ricordi casuali a una delle serie più belle di sempre. contiene enormi spoiler)

WW. Professore di chimica. In mutande, nel deserto.
Marito, padre, un tumore, le cure. La famiglia, i soldi.
Il cappello di Heisenberg. Drug kingpin. Say my name.
Jesse. Le magliette di Jesse che non metteremmo mai. Gli amici spaccini di Jesse. La sfattanza degli amici di Jesse. Jesse si innamora. Jesse si sballa duro. L’aspirapolvere.
Jesse si disintossica. (spoiler: NOT)
Oh, Jesse.
Magnet bitch!
Cucinare nell’RV. Blue. La vasca che sfonda il pavimento. WW che fa esplosivi con della polvere. La chimica. Tuco che spacca la faccia alla gente. Le sospensioni della macchina rossa. Salamanca. Din din din!
Il bancomat che schiaccia uno. La rapina delle botti con dentro la roba per cucinare. Le botti con dentro il denaro.
‘Hai visto?’ ‘Non ancora’ ‘FAI PRESTO’.
La puntata della mosca. La testa sulla tartaruga. La pizza sul tetto. Il pupazzo nell’acqua.
Gus. La camicia gialla di Gus. Il laboratorio di Gus. Pollos Hermanos. Il Cartel. Gus avvelena tutti.
Mike. La faccia di Mike. Lo sguardo di Mike. La morte di Mike.
Gale. Gale canta. Gale dedica un libro di poesie. Gale e una pistola tremante in faccia.
‘Porcavacca!’
L’overdose, WW che guarda. ‘Potevo salvarla’
Cosa?!?!?
Il bimbo che spara al ciccione. Run. Walt che sfascia un vaso nell’ufficio del tizio di Skyler. Il coma del tizio di Skyler. Jesse ospite per cena. Skyler e l’autolavaggio. Skyler si fa una nuotata.
L’agguato a Hank, gli stivali con la punta, l’ascia nell’asfalto.
Hank che pugna Jesse. La collezione di sassi di Hank.
‘Perchè non sparano alla moglie di Hank?’.
Hank mastro birraio. Hank sulla tazza. Boom.
‘Non arriverà MAI la prossima stagione’
La pianta avvelenatrice. I fori di proiettili in vari mezziLa tarantola nel deserto. Il deserto, un protagonista.
La rapina al treno.
E’ un western’. ‘E’ stupendo‘.
Todd che spara. Lo zio nazi.
Due minuti, dieci cadaveri.
La pancetta per colazione. Passano gli anni. Anche le stagioni.
WW è un hipster.
Heisenberg è scritto sui muri. Jesse che lancia mazzette.
Better call Saul. E grazie per lo spin off. E per Haul. Sdraiato su una montagna di dollari.
La penultima puntata, #OLTRE.
‘MA HAI VISTO?!?’ ‘Lasciami stare sto tremando tutto’.
La sigaretta di ricino. Dove ostia è la sigaretta di ricino?
‘Secondo me non si capisce bene’ ‘ Secondo me sei ritardato’
La penultima puntata. Già detto.
Qualcuno critica BB perchè è lento.
E ci sta. BB è lento. Ed è bellissimo. Secondo me.
Domenica, BB finisce. Walt morirà. 94%. No?
Ci mancherà.
(giusto così , i serial che diventano troppo lunghi, sbagliano e diventano brutti)
Mancherà.
Un bel po’.
Bitch!

bb

 

(grazie per il corsivo: Babz

 

una volta, era a tutto gas

rshUna frase del film ribadisce uno stereotipo. Ossia che agli uomini piace solo una cosa più delle donne. I motori.
A me, gli sport rotativi annoiano terribilmente e di motori non so niente. ’Rush’ è comunque un film fruibile anche da altro pubblico che non siano fans della F.1.
MI è piaciuto, anche per un motivo che fa rima con ‘anzianità’ e che fa pensare a come allora fosse tutto più bello e genuino, come i fans sui circuiti che si arrampicavano ovunque per vedere la gara in barba a leggi in divenire sulla sicurezza. Oppure come le tute giallissime dei meccanici che mi han fatto partire ‘madeleine’ di quando eravamo bambini, la F.1 era un bel mood, tutti conoscevano i nomi dei piloti, c’erano i sorpassi, tutti ne parlavano e ci si trovava in famiglia o in bar per guardare le gare. Erano i gloriosi anni settanta, l’epoca in cui (e daje) probabilmente l’uomo occidentale ha espresso il massimo della sua fighezza a vari livelli pop/culturali e anche sportivi.
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tema: il mio primo concerto

(grazie a @disappunto per l’idea, questo post è stato scritto sulla scia di un post di BASTONATE che è un blog di musica necessario. votalo ai Macchianera Internet Awards)   

Era inverno, faceva piuttosto freddo ma noi ci scaldavamo al focolare del nostro stesso entusiasmo. Eravamo in cinque. Un diciottenne neopatentato e noi quattro sedici/diciassettenni. Era infrasettimanale, perché sul pullman che ci portava a casa dalla scuola non si parlava d’altro.
Ragazzi che ci invidiavano, altri che ci compativano per il nostro entusiasmo, io che scrivevo sul diario la sigla ‘FGTH’ a ripetizione, ricalcando bene i contorni delle parole.
I Frankie Goes To Hollywood. Un gruppo inglese noto per gaiezza pop, video provocanti, alle spalle un capace produttore. Due album, vari singoli di successo.
I FGTH, a Modena. Prima tappa del tour italiano. Era il ventisei gennaio del millenovecentottantasette, se lo scrivi in lettere, sembra ancora più lontano.
I miei ascolti dell’epoca si stavano evolvendo. Tutta la roba plasticosa anni ottanta, disco/pop/onehitwonder di cui ero esperto causa partecipazione a mille festicciole in mille tavernette/casette e a Deejay Tv,  stava scomparendo dai miei radar e non solo. Nella cameretta ascoltavo i Clash e tutta la roba ‘alternativa’ che un country boyz poteva scoprire comprando ’Rockstar’ e ascoltando le radio private locali e rockhouse. Mi stavo pure interessando ai primi vagiti del rap e avevo appena preso la scuffia per Springsteen a causa del mega live in cinque dischi.
Però i Frankie erano i Frankie. Erano ‘Relax’ e il video censurato, ‘The power of love‘ e il momento limone delle feste, era ‘Two tribes‘ e il momento voodoo dance (danza sfrenata e completamente fuori ritmo) delle stesse. Erano Holly Johnson e le sue mossette ballerine che replicavamo, erano il suo amico/partner che non faceva niente se non coretti in playback e ‘Welcome to the Pleasuredome’ un disco che avevo consumato in tutte le sue parti in vinile.
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it’s too fuckin’ good

tw

Nella prima stagione c’è un divano piazzato in un cortile.
Nella seconda c’è un container piovuto in mezzo a una banda di portuali in crisi.
Nella terza c’è l’idea utopica di un poliziotto.
Nella quarta si va a scuola, nelle aule o sui marciapiedi, a imparare varia matematica.
La quinta è la summa che riporta a casa tutto e tutti senza dimenticarsi di incidere ancora di più nei nostri occhi di spettatori già innamorati, la carne e il sangue di cinque stagioni, il romanzo di una città, popolato da cinquanta personaggi che abbiamo imparato a conoscere benissimo.
The Wire‘ è iniziata nel 2002 e terminata nel 2008. E’ un’unica storia orizzontale multiforme, insieme spietata e tenera, interconnessa e brillante che inizia da quel divano e termina con uno sguardo sulla città dopo averne compenetrato, pulsioni, aromi, fetori per una sessantina di puntate. Qualche ora della mia vita l’ho spesa davanti alle serie tv e non ricordo molte altre serie dove, quando suona il gong, quando le bacchette incontrano il piatto della campana finale, abbia pensato ‘Ok, adesso lo riguardo tutto‘.
Perchè ‘The Wire‘ è semplicemente ‘too fuckin’ good‘ come dice in una delle ultime puntate Norman, il consigliere del sindaco. E’ un puzzle che si compone lentamente ma che non ti stanchi mai di guardare, una partita a scacchi fra squadre che si assomigliano, dove il gioco è sempre quello fra chi scappa e chi deve prendere, chi spaccia e chi ammanetta, chi usa i muscoli e chi la mente, chi vive di espedienti, di corruzione, di solo cuore.
In mezzo ci sono le difficoltà, gli imprevisti in cui si muovono le pedine, i personaggi che sono come affluenti che convergono nel fiume che è la scacchiera (Baltimora) che non riusciamo mai a vedere nella sua interezza, ma di cui riconosciamo il corpo ammalato come la nostra società, corrotta come i nostri cuori, perfida e crudele, tranne in qualche angolo dove angeli decisi a provarci contro tutti, provano a ribaltare il gioco, a cambiare il sistema.
Forse è impossibile, i protagonisti cambiano, il sistema non si batte, si adatta come un rettile. E se il gioco fosse truccato? Fosse l’unico che conosciamo?

you feel me, motherfucker?

  • nei commenti, scrivo la mia top five dei personaggi di ‘The Wire’ giusto per giocare, come hanno fatto QUA
  • questo post era nella cartella ‘bozze’ da più di un anno. mi è tornato in mente leggendo l’ultimo numero del magazine IL, dove si parla di serie tv americane, spiegando bene perchè la vera narrativa contemporanea è in formato seriale. è lettura consigliata, con articoli di gente brava a scrivere. ed occhio agli spoiler. la rivista si trova in edicola e se non c’è, come ho fatto io, old school, chiedila al tuo edicolante di fiducia. 
  • due, e solo due, altrimenti facciamo notte, momenti che CIAO: Fuck? English?

Ok, Shiiiit.