oh, yes, Max

mad-max-fury-roadArrivare pronto dopo avere rivisto tutti i precedenti. Fare i compiti.
Il primo che non ricordavo. Il secondo che oltre a essere uno dei film che si sono impiantati nel mio Dna di giovane ragazzo di campagna che sgranava gli occhi davanti allo schermo, ricordavo bene. Il terzo che sono come due film in uno e tutti lo ricordano per Tina Turner. Arrivare pronto dopo mesi di hype spaventoso generato da trailer con tanta polvere e tante cose mattissime di inseguimenti.
What a lovely day.
Entrare in sala con questo peso di aspettative alte e il classico timore che ad attese elevate possa corrispondere una nota di delusione che avrei cercato di nascondere anche a me stesso…ma, chissà, ci sarà?
E invece, le aspettative possono anche essere ripagate con la gioia che cola negli occhi a ogni accelerata di un motore da duemila cavalli.
Inizia con un rombo e finisce dopo due ore che a me son sembrate quaranta minuti. Ritmo indiavolato come battere su enormi tom, deserti e rocce, creature varie a profusione, MOLLONI! con gente sopra, chitarra SPUTAFUOCO!, donne che dovrebbero dominare il mondo ma ne fuggono, benzina e sputare, virtuosismi, esplosioni, gente per aria a caso, porcospini, motocross, cingolati, pallottole, CORVI!, Tom Hardy che fossi donna avrei appeso il suo poster in ogni parete, Charlize che vabbé.
Una cannonata, con Miller che regala un ‘master class‘ a tutti i registi moderni che fanno action troppo veloce, facendoci capire tutto quello che accade in mezzo a combattimenti ad alta velocità e vi assicuro che di roba in movimento ce n’è.
Divertentissimo, sgasare tanto, gasarsi tanto, uscire dal cinema con un sorriso stupido e tanta polvere di deserto addosso e insomma, ci voglio tornare già ora.
What a lovely day’.