Al cinema
Lo chiamavano Jeeg Robot
Il film è bellissimo. La storia di un super eroe per caso ambientata a Tor Bella Monaca, con un sacco di romanticismo dentro e di facce giuste e script giustissimo, pure troppo, pure per farmi sognare l’agile serietta Tv, una dieci puntate col sequel del film. (e chissà che ciò non accada).
E’ un film speciale perché esce dallo schema dei film italiani che sono sempre o ‘commedie coi titoli in rosso‘ o ‘cinema ‘d’hautore‘ con l’acca aspirata. Tutto qua.
Il regista ha detto una cosa: ‘A me non interessa che sia uno spartiacque, l’unica cosa che mi interessa è che vada bene al cinema e che dia un segnale forte ai produttori, far capire che la gente non vuole vedere soltanto certe cose. Basta, solo questo’
Ecco il motivo per cui questo film è importante. Perché dietro di me c’erano cinque orribili persone che ciarlavano durante il film. Poi, che un paio di ‘allora, basta?!‘ detti con la giusta dose di faccia cattiva, non erano sufficienti a placare la lingua di sta gentaglia che parla al cinema, il film è piaciuto. La storia ha zittito la ‘cronaca dal vivo’ del film, ha fatto anche palpitare i cuoricini di ste ‘signore’ che avevano deciso il film da vedere a caso, in fila alla cassa. Ecco, questo i produttori italiani dovrebbero sapere. Che le cinquantenni ciarlanti al cinema hanno apprezzato questo film.
Quindi, tenere le commedie e l’ autorialità spesso auto referenziale oppure aprire il mercato a roba diversa? Secondo me lo spazio c’è, spero nel coraggio dei produttori italiani, oppure questo film sarà stato come un mezzo miracolo.
Ps.: tornerà nelle sale a fine aprile, andate a vederlo.
Batman v Superman
E, a proposito di supereroi, con questo film per la prima volta mi si è rotto lo spinterogeno del gasamento che da bravo quattordicenne intrappolato nella barba ‘sale e pepe’ di un quarantenne, ho sempre avuto negli ultimi anni di film supereoistici (che non si dice forse, ma ci siam capiti).
Tanto lungo che sembra di aver fatto una maratona da seduti, con troppa roba dentro, fra esplosioni casuali e preview delle prossime puntate che vedranno germogliare la Lega dei supereroi DC. Uno script carico di sbagli, pieno di super spiegoni fatti da un cattivo tanto bravo quanto inutile e con una soluzione (MARTHA!) che se ci penso mi metto a piangere. Zack Snyder, continua ad essere sulla mia lista nera dei registi action.
Però Ben Affleck se la cava pure bene come Batman, le scene dove i due eroi col mantello si pugnano son belle e Wonder Woman è cool, ma non basta.
Il bambino di otto anni di fianco a me a metà film era palesemente annoiato e pure noi che forse, come dicevo, iniziamo a storcere il naso davanti a questa specie di serie tv infinita sui supereroi che, spero tanto di sbagliarmi, rischia di portare hype farlocco e poca gioia.
Al botteghino il film sta andando bene, quindi son sempre dalla parte del torto, ma chissà.
Ave, Cesare
I Coen Bros fanno un omaggio al cinema di un tempo, dedicato ai cinefili e a se stessi. Si sentono in sottofondo le risate che si son fatti sul set. I fratellini, col loro cast di fidati attori e amici, sfoggiano la solita classe componendo un patchwork di stoffe colorate di musical, peplum, spionaggio, giallo pallido, su un vestito di commedia che forse non è rifinito benissimo però risulta molto divertente e privo di ogni autorialità, cosa che forse ha spiazzato molti critici troppo intenti a cercare paragoni con altre loro pellicole, in un esercizio molto sterile. Una risata vi seppellirà e la cosa giusta da fare è continuare ad apprezzare il cinema (e i sottomarini russi).
Sul divano
(detto che la quarta stagione di ‘House of Cards’ è molto buona e sempre #teamclaire, la serie del mese è l’inglesissima ‘The Night Manager’, un gioiellino di spy story con cast squisito dove spicca Tom Hiddleston a livelli di figaggine imbarazzante. E la sigla qui sopra è stupenda)
Cinque canzoni in cuffia
Courtney Barnett – Three Packs A Day
Da pochi giorni gira la preview di un disco pensato dai ‘The National’, di cover dei ‘Grateful Dead’. In una canta la Courtney che mi piace tanto dall’anno scorso. Mi ero perso sto singoletto, molto primaverile, metto questo che fa ‘margheritone’.
Kendrick Lamar – Untitled 06 (manca il link, non l’ho trovato, eh oh)
L’attuale capo della black music poteva anche evitarselo il disco di outtakes dal precedente. Però c’è sempre dello stile e questo brano, clamoroso.
M83 – Do it, try it
Pezzo di balletti con base di pianoforte, regolare.
Damien Jurado – Exit 353
Oh ma che bel disco. Pezzo a caso, ma nel mazzo ce ne sono tante di belle canzoni.
Parquet Courts – Outside
Era già in lista il primo antipasto del nuovo disco, poi pochi giorni fa è uscita sta canzoncina che conferma il mio gradimento per questi tizi che stanno fra il country e l’indie rock.
Sul comodino
‘Nessuno scompare davvero’ – Catherine Lacey
Elyria scappa, fugge o si nasconde. Va lontano, racconta il suo viaggio ‘one way ticket’, condividendo con noi molte acute riflessioni sul suo passato, sulla vita, l’assenza, la coppia, la fuga stessa da noi stessi. Ci fa entrare nei suoi pensieri che sono stranamente affascinanti, intrisi di dubbi, desideri e riflessioni che non si dovrebbero avere, socialmente inaccettabili, se espressi a voce alta, cose che forse, inavvertitamente, anche noi, che siamo responsabili e ‘maturi’, scacciamo quotidianamente.
Quando finisce la storia, mi è mancata la voce di Elyria, come se durante la lettura fosse diventa un’amica saggia, ma un po’ strana. E quando un romanzo ti conquista con la sua voce e quando lo chiudi ti manca quella voce, vuol dire che è bellissimo. (e ha una copertina stupenda)
‘Purity’ – Jonathan Franzen
Lo abbiamo letto in società. Io dico che leggere Franzen è obbligatorio, poi c’è anche chi si fa pagare per farlo, non una cattiva idea. Noi, l’abbiamo letto a gratis e ne abbiamo scritto, qua.