Agosto, Playlist

 

Sul divano
(che ad agosto si sta bene nell’ozio puro)

The Get Down
Sounds like the joint..‘ e quasi lo è.
Il pilot è una specie di lungo sogno ad occhi aperti con Baz Luhrmann che ritrova il suo stile barocco nella ricostruzione perfetta degli anno ’70 a NYC.

Pettinature afro, un fiume soul funky dance, un pizzico di romance, rime in rap, due pezzi killer, la musica come salvezza, un finale che mi son trovato ad agitare le braccia sul divano in preda al gasamento. Storia di formazione non solo musicale, classica ma che regge, in rime di stile e poesia urbana, la compila coi pezzi migliori su spotify in heavy rotation fissa e #teamballetti. Poi vorrei organizzare una serata con solo musica disco dance però un Shaolin Fantstic Dj sarà difficile da trovare, ma è bello sognare.

The Night Of
Un poliziesco targato HBO. Solo questa frase mi fa vibrare le vibrisse come un gatto davanti alla pappa preferita. ‘The Wire’ fortunatamente ha lasciato segni profondi. E qua, siamo circa in quel territorio, senza le parole ‘capolavoro’ e ‘assoluto’.
La discesa all’inferno del protagonista, le magagne della giustizia e del sistema carcerario e due trovate narrative eccellenti, d’altra parte nella sigla si legge ‘Richard Price’ (vedi sez.comodino), una garanzia.
Molto, molto, molto bene.

 

 

Cinque canzoni in cuffia

 

Bon Iver (tre canzoni nuove, l’ultima la trovi sotto)
Il capo del mondo del falsetto romance è tornato, evviva il capo.

Tom Mitsch – Watch Me Dance
se prendi i secondi di questa canzone e li stiri, allungando le note, in modo che possa durare ore anziché pochi minuti, diventerebbe la canzone perfetta per il ritorno dalle ferie. Prima malinconica, poi via in crescendo e ‘snap! snap!’ schioccare le dita sul ritmo.datemene molte.

Neil Cowley Trio – The City and The Stars
Cosa vuoi dirgli a Neil? Che fa sempre la stessa roba? Pazienza. Qua c’è tiro e classe come il solito, nell’album prossimo ci saranno note di amarezza e gioia, il solito. Ah, qualche promoter me lo porti in Italia perdendo denaro, dai, grazie.

Herizen Guardiola – Set Me Free
Ho trovato solo questa mini versione ma su iTunes l’ho presa subito per fare improbabili mosse di danza per questa canzone che è, SPOILER, il perno della serie di cui ho parlato sopra, quella col Bronx dentro.
American Football  – I’ve been so lost for so long
(a posto)

 

Sul comodino

 

Richard Price – Balene bianche
La letteratura di genere ha limiti evidenti che gli autori bravi superano agilmente. Richard Price è uno dei migliori (per quanto ne so). Questo romanzo è un poliziesco ma racconta di famiglie e di passati da chiudere ed è un grandissimo romanzo anche per chi non legge questo genere, tipo me.
Un grande libro, da scuola di scrittura, credo.

Elizabeth Strout – Mi chiamo Lucy Barton
Frasi cesellate che colpiscono a fondo, come proiettili ci piccolo calibro ma che esplodono colpendo nel segno. Ecco, una similitudine orrenda come la mia non c’è in questo romanzo ma ci sono parole giuste e un rapporto fra madre e figlia e tante piccole annotazioni sul vivere. Bellissimo e da rileggere

I pesci non hanno gambe – Jon Kalman Stefansson
Mi piacciono le coincidenze. Se l’Islanda non fosse arrivata in semifinale agli europei di calcio non avrei letto un pezzo bellissimo (purtroppo non lo trovo più, si stava meglio quando usavo Tumblr) e non avrei scoperto due cose. Che l’Islanda è un paese di scrittori e che questo scrittore in particolare è già diventato uno dei miei pref.
La storia salterella fra passato e presente, fra le generazioni e le crisi di una famiglia ed è come leggere poesia in romanzo. Si dice lirismo, mi suggeriscono. Non per tutti, perché il lirismo è in ogni pagina e quindi potrebbe risultare pesante, ma per me è un sì grande come il cielo.
(qui, un link per saperne un po’ di più)