Con il consueto ritardo, rispondo all’appello della Signorina Lave, prendo un panno leggermente bagnato, torno sulla pagina admin di WordPress dopo cinque mesi, lo passo per levare la polvere, do una lucidatina ai tasti, riassetto le stanze e scrivo il primo di quella che potrebbe essere una nuova serie di post.
Perché manca Splinder, la comunità che un po’ ti sceglievi e un po’ ti capitava, le persone che leggevi e che poi a volte si sono conosciute fuori dagli indirizzi http e dalle parole scritte, persone che si sono sempre rivelate all’altezza delle aspettative.
Sono passati gli anni, tante cose, eppure:
”Mi mancano i blog personali, mi mancano tantissimo. Blog che non devono venderti niente, che raccontano solo storie e fatti personali, mescolati agli interessi. Blog capaci di farti affezionare a chi li scrive, post dopo post, anno dopo anno”.
Facebook e Twitter hanno preso tutto e hanno portato via la voglia di mettersi lì e scrivere, senza un numero minimo di caratteri, senza la necessità di pollicioni da alzare.
C’è gente che pagherei per leggere ancora non dico quotidianamente perché è una fatica e gli anni passano e il tempo manca eccetera, ma settimanalmente sì, gente che mi emozionava perché scriveva senza pensare ad altro che a buttarci dentro pezzetti della loro vita, infiocchettata o meno, strizzata o sussurrata in poche frasi oppure gridata e grondante gioie e dolori assortiti. Oppure gente che ti faceva scoprire mondi, pensieri, film sconosciuti o libri da recuperare.
Riprendere a scrivere sul blog significa forse anche mettere ordine nel disordine di timeline bulimiche e confusionarie, prendere una pausa dal battutismo e dai meme, ampliare i ragionamenti, affinare la sensibilità che di questi tempi vacuamente frenetici mi sembra una cosa necessaria e per me può significare un allenamento per scrivere, un piacere che in questi ultimi due anni un po’ ho dimenticato.
Poi magari scrivo due post e ciao, oppure riuscirò a dare una forma agli appunti che butto su un pezzo di carta, ai cento inizi di storie mai portate a termine, magari ad appassionarmi ancora.
Il mio mattoncino è qua, i quindici lettori forse torneranno e chissà.
Rilanciare i blog personali, forse sarà come guardare un fiammifero bruciare, magari però ne vale la pena.
E poi, in fondo, son sempre stato prolisso.
Ps.: mentre questa bozza di post era in attesa, ha chiuso uno dei blog più importanti.
‘Bastonate‘ era lo scrivere di musica in maniera diversa, era leggere comunque anche se non ti interessava quel gruppo perché c’era un approccio diverso, una scrittura interessante che andava ben oltre una critica comunque personale ma raccontava cose, con passione e con una bella voce che difficilmente si trova in giro.
Come si dice(va): mancarone ‘Bastonate‘ ma daje sempre.