August Parade

Un riepilogo, sperando di non dimenticare nulla, delle cosette viste, principalmente dal divano, nel mese dedicato alle ferie, tanto per.

Film d’animazione:
Ho visto finalmente ‘How to train your dragon‘. Narra di draghi pucci e bambini coraggiosi e rivoltosi a modo loro. ed è bellissimissimo e il drago amichetto è stupendissimissimo. Fanno il secondo, non vedo l’ora.
Ho visto anche finalmente ‘Tangled‘ (in italiano ‘Rapunzel’). Cartone della disney ma con la firma (e l’anima, direi) pixariana di John Lasseter cosa che lo porta ad essere un ottimo film, divertentissimo, con padelle, ritmo indiavolato, romanticismo spudorato e due personaggini animaleschi favolosi.
Ho anche visto finalmente ‘L’illusionista‘. Un gioiello di animazione, un film muto, delicatissimo e fuori da ogni moda ed effetto. Un trattato sul tempo che passa con eleganza e tocchi poetici e con un finale dolente e romantico su una melodia che sembra scritta dal miglior O’Halloran. Molto bello, straconsiglio.
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Lettini

La via centrale è un fiume di flussi che convergono da direzioni opposte, affluenti da due sponde.
Da una parte, brevi gallerie di pietra che conducono a un mare stretto e profondo.
Sono deserte a quest’ora quando il sole si è già lasciato alle spalle una scia arancione, alcune sono chiuse, altre diventano giaciglio notturno per barche stanche di una giornata di mare. L’altra sponda è un lungo marciapiede dove si riflettono vetrine lucenti e invitanti dove alcune offrono già lana e pellicce con l’aria condizionata all’interno a simulare temperature almeno autunnali, alternate da locali in occupazione di suolo pubblico con mobilio di legno, bottiglie e cestelli allineati e corpi da esposizione, tutto avvolto da musica confezionata di bassi aggressivi.
Lo struscio della strada si assorbe in cicaleccio di chiacchiere e nel ronzare lontano delle onde ritmiche che si infrangono sul bagnasciuga, libero di turisti accaldati, vivo soltanto per ospitare baci segreti di pochi amanti.
Lì in mezzo c’è una ragazza. Il suo compagno le stringe la mano, quasi un segno di proprietà, guidandola con gentili strattonamenti nella ressa dei corpi. Lei lo segue guardandosi intorno, quasi preoccupata da tutta la gente che li circonda.  Sono troppo vestiti per il caldo che stringe alla gola in una sciarpa di umidità.
Là al centro della via c’è un tizio. Ha ancora la sabbia che gratta fra le dita dei piedi e la plastica delle infradito consumata da ore di vagabondaggio marittimo. Ha un cellulare in mano, ha appena letto il testo insoddisfacente di un sms, mentre va verso un aperitivo da prima serata.
In quel movimento di teste, sopra allo scalpiccìo di passi, la ragazza e il tizio si passano vicino. Lì i loro sguardi si incrociano, si ancorano alla corrente del camminamento, le pupille fisse ad indagare in quelle dell’altro, immobili e stupefatte. Qualcuno abbassa il volume dell’audio tutt’intorno, nessun rumore dal mare, nessun rumore dalle casse dei localini. In quel silenzio dimenticano la mano che la sta portando a un incontro col destino e l’attesa per un messaggio che forse non è quello giusto, specchiando nell’altro sguardo la sorpresa di una possibilità, un momento di libertà.
I loro colli si girano, come barche ancorate che seguono la marea di una suggestione momentanea, pupille che restano incastonate una nell’altra, piccoli gioielli che si inseguono finchè come una corda spezzata, l’incantesimo svanisce in uno schioccare di dita. Le onde di schianto tornano a infrangersi gorgogliose sulla battigia, i cicalecci continuano a rotolare sui marciapiedi, mentre l’invisile tapis roulant della pigra passeggiata serale avanza inesorabile. Gli occhi si staccano, procedono verso il loro obiettivo, l’attimo si scioglie come ghiaccio nei bicchieri da cocktail, in un luccicante miraggio serale che l’afa del mattino dopo renderà subito opaco in un’estate che va a finire.

Ed è subito Natale (op.cit.)

(per foto, ispirazione e citazione: grazie grazie UgoRob)

I duecento metri di Hanna

‘Hanna’ è come un corridore inesperto sulla distanza dei duecento metri. Parte fortissimo mostrando tutte le sue qualità, non aggredisce bene la curva ma riesce a sprintare negli ultimi metri.
La storia (spoiler alert, ocio) di una ragazzina trasformata dal padre in un’arma letale durante anni di allenamenti nella foresta che finisce per scelta ma anche no in un regolamento di conti col passato, ha un inizio folgorante. La prima mezz’ora è visivamente affascinante e rende bene l’atmosfera e il personaggio.
Il film poi perde mordente nella parte centrale fra eccessive e sbagliate caratterizzazioni dei comprimari (la tuta e gli skin? l’altra ragazzina?) e un problema non tanto di ritmo quanto di interesse per la storia, che diventa uno scappa-scappa in salsa spy appesantito da qualche spiegone di troppo che spegne l’empatia che la protagonista si era facilmente conquistata nella prima parte.
Recupera smalto nel finale con un paio di idee che seppure un filino didascaliche funzionano per quadrare il cerchio della storia.
Forse la colpa è del regista che ha un gran occhio, la solita predilezione già vista per geometria visiva e i piani sequenza e gira pure ben congegnate scene d’azione (un paio sono davvero notevoli) ma forse il suo senso estetico si mangia un po’ la storia che avrebbe bisogno di un guizzo o di più originalità forse nei personaggi.
L’attrice col nome impronunciabile che dà il volto alla giovanissima eroina è perfettamente a suo agio e conferma di essere una delle baby star da seguire con attenzione, della Blanchett non parlerò mai male e qui come regina di ghiaccio delle trame segrete e delle scarpe col tacco basso funziona, mentre Eric Bana ci dà dentro col fisico.
Ah, la colonna sonora dei Chemical Bros. fortunatamente non è invasiva ma sottolinea con gusto e beat i vari momenti dell’azione.
Insomma, un po’ peccato perchè dopo quella prima mezz’ora ero già pronto a fare il coro ‘Bomba! Bomba!‘ invece resta soltanto un discreto film che comunque consiglio perchè l’occhio cinematografico vuole la sua parte e qua la ottiene.

una volta era ‘il classico post sulle chiavi di ricerca’

Ricordate tempo fa, eoni internettiani fa, quando ogni mese uno dei vostri blogger preferiti scriveva il ‘classico post sulle chiavi di ricerca‘?
Bene, non lo fa più nessuno. Peccato, perchè erano divertenti.
Ieri se n’è parlato su twitter e oggi è arrivato l’invito a (ri)scoprire come la ggente ha trovato il blog e farne un post.
Nel mio piccolo, ecco qua.

Arcade fire conoscete? Benone, grazie.

fisico prima e dopo nuoto Dopo, è meglio.

la barba di ben bridwell  Bella, ma ci son barbe più cool.

spiegazione della canzone vanderlyle crybaby cry  Si piange sorridendo

bi gei  Porco.

bel ragazzo cowboys con bel cazzo con cappello e stivali foto  No.
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Titoli orribili per filmetti estivi

Nell’Italì dove agosto rimane mese sacro e devoto alle vacanze, anche il cinema va in ferie. Nella cittadella che raggiungo in un lampo sulle strade deserte, sei sale equamente divise fra il maghetto e Cpt.America con l’aggiunta di un’anteprima a cui viene riservata la sala principale, enorme nella sua vuotezza della prima proiezione col sole ancora alto fuori.
Il film racconta un piano che definire ‘amatoriale’ è riduttivo per far fuori tre capi (gli ‘Horrible Bosses’ del titolo originale, modificato in maniera sciocca e ritrita con aggiunta di spiegone for dummies come da fotina qui a fianco) di tre dipendenti frustrati. Ne accadranno delle belle. Circa.

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you say ‘Captain’, I say ‘Avenger’

Le mie aspettative nei confronti di ‘Captain America‘ erano basse. I film coi supereroi hanno un po’, diciamolo con classe, rotto le palle. Questo è affidato a un regista che ha collezionato brutti film. Però si va, anche perchè è noto che ‘Cpt.’ è il personaggio mancante al team di ‘The Avengers‘, il filmone che raccoglierà i personaggi Marvel in un’unica inquadratura.
Poi, come già detto, cinema d’estate, figatona. Aria condizionata a palla, bermuda, birrone e grazie per questa stagione dove finalmente si è arrivati a fine luglio con roba da vedere sul grande schermo.

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