Al primo ‘ti amo’ che scivola dolce dallo schermo, risponde dalla platea una voce di ragazzina adirata. ‘Ma vaffanculo’.
Poche file più avanti mi chiedo ‘Ma come? Vengo a vedere un film per cui sono palesemente fuori target – unico quarantenne maschio in una sala piena di ragazzine con capelli raccolti e madri con felpa o camicetta bianca – e scopro il cinismo duro del pubblico a cui è rivolto?’
Fortunatamente no. La contestatrice viene zittita oppure annegata da fazzolettini intrisi di lacrime narcotizzanti oppure subisce il fascino semplice della storia e un silenzio palpitante di attese si impossessa della sala.
Ogni tanto un flebile singhiozzo parte a caso, nella scena finale anche il tizio fuori target si dà due colpetti sotto le palpebre per resistere al climax. Poi finisce e una ventenne forse troppo sensibile viene anche abbracciata dalle sue amichette per quanto ha pianto, ma è solo un film, quindi tutto finisce in risate che stemperano la tensione romance accumulata.
Mi chiedo cosa scriveranno oggi nei loro diari queste ragazze, mi chiedo se esistono ancora i diari cartacei, ma credo proprio di sì.
Fuori, una madre che avrà un pullmino perché è circondata da una squadra di pallavolo femminile, dice: ‘Ragazze, auguro a tutte voi di trovare un uomo così’.
Le favole son sempre belle da ascoltare e come in questo caso, quando son raccontate bene, funzionano.
(il film è ‘Colpa delle stelle’ – teen romance drama fin troppo garbato e liscio ma efficace grazie alla protagonista e nonostante qualche scorciatoia e dieci minuti di troppo – adatto a un pubblico con voglia di tenerezza, dove due ragazzi si trovano a un gruppo di supporto per ammalati di cancro, tratto da un libro di successo che io non conoscevo ma magari voi ne avete sentito parlare)