Ci sono cose di cui si perde il sapore.
Come mangiare una pera. Ricordi com’è una pera ?
Sì, chiaro. Forma classicamente “perata” e colorito tendente al giallognolo mixato verdognolo.
Bè, certo, se ti piace e se la mangi tutti i giorni, conosci perfettamente il sapore di una pera.
Però, se non la mangi da un tempo tanto lungo quanto incalcolabile, perchè una sinapsi anarchica delle papille gustative, o un ricordo qualunque, o per una scelta politico/mangereccia hai scelto di non mangiare la pera, allora ti dimentichi com’è.
La pera E’ buona. E succosa, grumosa, gustosa.
Minuscoli granelli si infilano in ogni piccolo interspazio fra i denti, in una polvere di gustosi cristalli impazziti. La polpa si ferma sul palato formando per un’attimo un piccolo grumo che, deglutendo, costringe a un salto mortale di gioia le papille di cui sopra, sbalordite di ritrovare un ricordo che non c’era in un dimenticato assaporare.
E, la banana?
Filamentosa, compatta, dolciosa. Giallognola e, tocca dirlo, fallica. Pezzi compatti di frutto gongolano sulla lingua per poi rapidamente sciogliersi in un lampo di masticazione. Glom!
Quando mai decisi che certa frutta non faceva per me, quando mai e soprattutto chi ha dato il permesso per questo sciopero del gusto ?
Chi è stato ? Domande senza risposta. Irrilevanti, ora che la forma “a pera” di cui si vantano pure parecchie signore (a ragione, ci mancherebbe) e la forma già sottolineata della banana, hanno ripreso a ballare, davanti ai miei occhi mentre passo dal bancone della frutta, mentre mi fermo davanti allo scaffale dei dolci in mensa.
Ballano e ammiccano, abbracciate in un tango fruttuoso, irridenti e maligne, felici della loro rivincita nel gusto del giusto.
Sanno che casualmente, inconsapevolmente, sono tornate nelle mie grazie.
Ballano e ammicano, aspettandomi.