(due film visti nelle prime ore del 2013, che se li vedevo nel 2012 entravano secchi nella classifica. approfitto per augurare un buon anno a tutti)
Non è che questo blog finge di saperla lunga o di capire le cose del cinema più o meno impegnato. Ci sono stati due momenti di ”The Master” dove mi son detto ‘Orpo, non ho capito‘. Poi capivo o mi sembrava di capire, ma in fondo è lo stesso. Certi film penso siano fatti anche per non essere del tutto afferrati, perlomeno a una prima visione, o anche per rimanere fuori dal cinema, al freddo, a discuterne, a soffiare condensa umida di parole, tentando di capire (o di carpire) il significato di certe scene e mood, ben sapendo di non riuscirci. Un film bellissimo, corposo e intenso, complesso e oscuro. Senza fare paragoni con i precedenti, che non saprei da dove cominciare, PT.Anderson si conferma un maestro e pennella scene lunghissime e che si imprimono nella mente, in primis quel pezzo di bravura totale della prima seduta di Freddie.
I due attori protagonisti danno una interpretazione pazzesca, magistrale e valgono da soli il biglietto, rappresentando le due facce di un paese uscito dalla guerra, quella sfasciata e rovinata dentro (dall’alcool, dagli errori, dalle debolezze) e quella arrivista e manipolatrice di un uomo che si inventa, novello imprenditore di anime, una fede. Due uomini, due facce, che si incontrano, forse non si capiscono, forse si usano, probabilmente hanno bisogno uno dell’altro.
Quelli del culto lì di Tom Cruise, hanno ragione a prendersela perchè è piuttosto evidente il riferimento, ma saran poi problemi loro.
Bellissimo, non piacerà a tutti, giustamente.
(nei commenti, aggiungo una cosa un po’ spoilerosa, prego, se avete visto il film seguitemi e illuminatemi)
Ralph spacca, tutto. È un appassionato, divertente, pure commovente omaggio al mondo dei videogames. Quelli di una volta però, dietro alle pareti dei bar, da dove si alzavano urla per vite perdute e incitamenti per nuovi record. La storia, di nuove amicizie e abituali valori, si dipana tutta pixelata e pixerata all’interno di un mondo magico dove tutti noi abbiamo pensato di entrare almeno una volta (dicesi anche, credo, sindrome da Tron). Un mondo dove stringhe di codice diventano realtà e stupore, possibilità di sogno e di riscatto per chi ci è dentro. Molte scene, per chi come me, si ricorda di pomeriggi passati al bar, fra ‘Frogger‘ e ‘Q*Bert‘ pedaliere distrutte a forza di premere acceleratori fittizi, sono momenti che sono tuffi al cuore. Ricco di citazioni, di brillantezza e di intuizioni, conferma quanto letto e quando detto nei mesi scorsi, dopo avere visto ‘Brave‘. La Pixar è diventata la Disney o viceversa. Poco importa, se il risultato è questo, ma la firma di Lasseter conferma l’evidenza. Il vero film Pixar del 2012 è stato questo.
Una gioia, una delizia, una caramellona succulenta, probabilmente, più per grandi che per piccini o per grandi rimasti un po’ piccini.
Peccato non aver sentito la voce originale di Sue Sylvester, ma insomma, pazienza.
Essere cattivo è bello (se non altro per la compagnia di un certo livello alle riunioni settimanali…)
Ps.: il corto che precede il film è bellissimo e romanticissimo, un B/N elegante, con gli occhioni tipicamente disney e tanto romanticismo dentro. Un bijoux.